Il Crypto Burrito (Volume IV): Capire i Fallimenti nel Settore Crypto del 2022
Il 2022 è stato l’anno in cui, a causa della loro esposizione reciproca, le società appartenenti ai settori delle criptovalute e della blockchain hanno depositato un numero di istanze di fallimento senza precedenti. Nella prima metà dell’anno, il collasso di Terra ha provocato il fallimento di Three Arrows Capital, di Voyager Digital e di Celsius Network. Anche BlockFi navigava in cattive acque come conseguenza di questo evento, tuttavia la piattaforma di prestito crypto – insieme a Voyager Digital – ha ricevuto il sostegno finanziario di FTX evitando di fallire per un soffio. Ma poi è arrivato novembre, il mese in cui FTX e Alameda sono crollate in un colpo solo. Di conseguenza, anche chi era scampato per un pelo al disastro, ha in conclusione dovuto affrontare una fine inevitabile.
In molti hanno dichiarato bancarotta, ma non tutti allo stesso modo. All’improvviso, l’utente medio dei servizi crypto ha dovuto fare conoscenza con tutta una serie di soluzioni di fallimento, dal momento che il modo in cui un’azienda presenta la propria domanda di bancarotta condiziona le possibilità di recupero dei fondi da parte degli investitori retail (individuali). Ecco allora una guida non proprio rapida ai fallimenti che, nel 2022, hanno coinvolto diverse aziende del mercato crypto.
Il Crypto Burrito (Volume I): il Merge di Ethereum
Il Crypto Burrito (Volume II): il Crollo di Terra
Il Crypto Burrito (Volume III): FTX, la Saga Continua
Il Crypto Burrito (Volume IV): Capire i Fallimenti nel Settore Crypto del 2022
Codice Fallimentare Chapter 15
L’unico caso di bancarotta che si discosta nettamente da quelli della maggioranza riguarda la tristemente nota Three Arrows Capital (3AC). Teneo, il liquidatore incaricato di gestire la liquidazione di 3AC, aveva scelto di presentare un’istanza di fallimento ai sensi del Chapter 15 presso il tribunale federale USA del Southern District di New York prima di continuare la procedura primaria nelle Isole Vergini Britanniche (BVI). Come mai?
Originariamente registrata a Singapore per l’attività di “gestione di fondi”, 3AC ha successivamente ha spostato la propria sede alle BVI; tuttavia, le attività di finanziamento di 3AC hanno coinvolto investitori globali e interessato varie parti, di cui molte sono società con sede negli USA. Il Chapter 15 Bankruptcy ha lo scopo di semplificare il coordinamento tra i tribunali statunitensi e le autorità dei Paesi stranieri che si occupano di un’impresa estera insolvente. Cosa ancora più importante, i liquidatori di 3AC hanno la possibilità di “garantire la protezione e la massimizzazione del valore dei loro asset”, il che significa che i creditori statunitensi non possono mettere un dito sui fondi dell’hedge fund crollato nel Paese. Allo stesso modo, Teneo ha chiesto l’autorizzazione all’Alta Corte di Singapore e ha ottenuto il diritto di accedere agli asset di 3AC a Singapore.
In breve, i creditori negli Stati Uniti e a Singapore non possono accedere ai restanti asset di 3AC, dove per “creditori” ci riferiamo soltanto ai creditori garantiti, vale a dire a chi ha rilasciato un prestito o un credito a fronte di una garanzia reale. In generale, gli investitori retail sono considerati creditori non garantiti e quindi saranno gli ultimi a ricevere gli eventuali rimborsi provenienti dal processo di liquidazione. È stato formato un comitato dei creditori composto da cinque membri: Voyager Digital, Digital Currency Group, CoinList, Matrixport e Blockchain.com. Di seguito sono riportati alcuni dei prestiti verso cui 3AC si è resa inadempiente:
• Deribit: 1.300 Bitcoin e 15.000 Ethereum al tasso di interesse del 2,5% annuo più lo 0,15% al giorno nel caso in cui 3AC non avesse mantenuto il saldo minimo delle monete prese in prestito sul proprio conto;
• Voyager: 15.250 Bitcoin e 350.000.000 USDC a un tasso di interesse non comunicato;
• Celsius: 50.226.027,40 USDC e 25.118.150,68 USDC a un tasso di interesse non comunicato;
• Genesis Asia: US$2.360.302.065 a un tasso d’interesse non comunicato;
• Moonbeam Foundation: 200.000 MOVR e 10.000.000 GLMR a un tasso d’interesse non comunicato;
• HashKey: 444.196,08 USDT a un tasso di interesse non comunicato;
• CoinList: 350.000.000 USDC a un tasso di interesse non comunicato.
Secondo la dichiarazione giurata di Kyles Davis, ci sono almeno 32 creditori che hanno prestato US$3.145.294.314,91 in capitale e stablecoin, 18.194 Bitcoin e 17.231 Ethereum.
Sono stati fatti progressi finora? Bah.
Teneo ha menzionato la “scarsa collaborazione” dei co-fondatori di 3AC, per cui il liquidatore sta ancora lavorando per raccogliere informazioni sui documenti finanziari del fondo e sulle informazioni rilevanti. Per il momento l’unica liquidazione, secondo il documento ufficiale di Teneo è stata quella della collezione NFT di Starry Night. Teneo ha pure compiuto una mossa senza precedenti nei confronti di Zhu e Davis, notificando a quest’ultimo un mandato di comparizione tramite Twitter dopo i mandati di comparizione via e-mail rimasti senza alcuna risposta. Dai un’occhiata a questo sito web per conoscere gli ultimi aggiornamenti sul procedimento di 3AC.
Codice Fallimentare Chapter 11
Innanzitutto, cos’è il Chapter 11 (l’11° capitolo) del Codice fallimentare degli Stati Uniti?
Quando un’istituzione non è in grado di pagare i propri creditori, può presentare istanza di fallimento in base al Chapter 11, che consente una riorganizzazione sotto la giurisdizione del tribunale mentre è in attività. Questo tipo di procedura fallimentare è molto complicata, richiede numerose udienze in tribunale ed è notoriamente dispendiosa in termini di tempo e risorse; solo i più ricchi che dichiarano bancarotta possono permettersi di sottoporsi a un procedimento di questo genere. Tuttavia, non tutte le istituzioni che utilizzano il Chapter 11 vanno incontro a una riorganizzazione. Alcuni casi possono essere convertiti nel Chapter 7 (il fallimento vero e proprio che sfocia nella liquidazione) o possono non essere accolti.
Secondo il Chapter 11 del Codice fallimentare statunitense, esiste una chiara gerarchia che stabilisce chi ha la priorità di essere pagato per primo. Purtroppo, gli investitori retail sono quasi sempre gli ultimi a essere rimborsati, a meno che non si costituisca una causa contro il debitore in cui venga dimostrato che sono loro le vittime.
Nel 2022, le società crypto che hanno presentato domanda di utilizzo del Chapter 11 sono state Celsius Network, FTX, Alameda Research, Voyager Digital e BlockFi.
Celsius Network
La sentenza del caso Celsius è già arrivata, ma non è stata favorevole ai titolari dei conti Earn di Celsius. Secondo i Termini e le Condizioni di Celsius Earn, la titolarità e la proprietà degli Asset Earn depositati nei Conti Earn devono essere ritenuti “inequivocabilmente trasferiti” dai titolari dei conti a Celsius. Questo non solo mette in luce la veridicità del motto “not your key, not your coin” (se non hai il pieno possesso delle chiavi non possiedi realmente le tue criptovalute), ma anche del motto not your bank, not your insured deposit (se non è la tua banca, i tuoi depositi non sono assicurati) come introdotto da The Block.
Voyager Digital
Voyager è stato colpito duramente da quanto accaduto con 3AC. È bastato meno di un mese perché annunciasse la propria esposizione verso l’hedge fund, ottenesse un prestito da Alameda e procedesse con il Chapter 11 Bankruptcy. Tutte le attività dei clienti di Voyager sono state temporaneamente sospese a partire dal 1° luglio 2022, rimanendo sotto la protezione del Chapter 11. Tuttavia, i contanti (in USD) sono stati resi disponibili per il prelievo subito dopo che la Corte ha autorizzato Voyager a rilasciare i fondi custoditi sul conto della Metropolitan Commercial Bank. Per quanto riguarda l’offerta di acquisto degli asset, Voyager ha dichiarato nel dicembre 2022 che l’offerta più alta è stata fatta da Binance.US per US$1,022 miliardi. Se i creditori si troveranno d’accordo sull’attuazione di questa offerta, la distribuzione degli asset si effettuerà tramite Binance.US nelle criptovalute che i clienti possedevano su Voyager alla data del 05 luglio 2022.
Gli aggiornamenti sul procedimento che coinvolge Voyager sono disponibili qui.
FTX e Alameda Research
All’inizio di novembre, si diceva che FTX e Alameda avessero rapporti finanziari inusuali e che gonfiassero in modo massiccio i loro bilanci e la loro valutazione. Gli utenti hanno così dato vita a una corsa ai prelievi, inducendo FTX a bloccare del tutto i prelievi a causa di un deficit da $8 miliardi del fondo. Non riuscendo a richiedere abbastanza denaro in tempo, FTX, FTX.US, e Alameda Research hanno presentato istanza di fallimento rifacendosi al Chapter 11. John Jay Ray III, un avvocato specializzato in ristrutturazioni aziendali che ha gestito il caso Enron, ha assunto la posizione di CEO di FTX. Pur avendo più di 40 anni di esperienza alle spalle, John ha dichiarato che il caso FTX è stato il peggiore che avesse mai visto. Il caso è ancora in corso; la prossima udienza è prevista per il mese di ottobre 2023.
Come già detto, gli investitori retail sono probabilmente gli ultimi che riusciranno a ottenere un rimborso da FTX. Per questo motivo hanno avviato un procedimento legale contro Sam Bankman-Fried nel tentativo di ottenere la priorità di rimborso rispetto agli altri creditori. Non è comunque sicuro che usciranno da questo caso come vincitori.
Chi è scampato per un pelo a LUNA è stato alla fine distrutto da FTX
BlockFi e Voyager Digital sono state pesantemente colpite dal collasso di LUNA a giugno del 2022. Questo crollo ha spazzato via $650 milioni da Voyager e una cifra non dichiarata da BlockFi.
Voyager ha presentato istanza di fallimento utilizzando il Chapter 11 nel luglio 2022 ed è stata acquistata da FTX nel settembre successivo. Con l’implosione di FTX, Voyager ha dovuto cercare un altro acquirente e Binance.US ha vinto l’offerta a dicembre.
A differenza di Voyager, BlockFi ha avuto delle difficoltà, ma non è fallita dopo l’incidente di LUNA. Anche se tecnicamente non ha presentato istanza di fallimento, senza FTX che riacquistava i crediti di Alameda era improbabile che la piattaforma di crypto prestiti potesse continuare a operare ancora a lungo. Era impossibile che sfuggisse a quanto era stato scritto nel suo destino. Solo tre mesi dopo aver ricevuto l’aiuto di FTX, BlockFi ha dovuto chiedere l’applicazione del Chapter 11 seguendo proprio l’esempio di FTX.
Questi sono stati due casi particolarmente sfortunati che hanno scampato per un soffio il fallimento dopo il fiasco di LUNA, ma che alla fine non sono riusciti a sfuggire a una fine predestinata.
Anche Genesis è andata in grande sofferenza a causa di due incidenti. A giugno 2022 è stato comunicato che Genesis aveva un ammanco di centinaia di milioni di USD e a novembre, in seguito al crollo di FTX, la società ha dovuto sospendere il rimborso dei clienti. Sebbene non sia stato reso noto l’ammontare esatto delle perdite, è molto probabile che Genesis sia stata tra le aziende più colpite. E nonostante allora avesse negato l’ipotesi di una bancarotta, ha poi presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 presso la Corte del Southern District di New York.
Poiché FTX e Alameda erano tra le più grandi aziende di criptovalute, il loro crollo ha causato un vero e proprio “effetto domino”. L’effettiva entità del crollo potrebbe non essersi ancora mostrata nella sua interezza, perché molte istituzioni e diversi investitori in difficoltà stanno ancora aspettando le decisioni ufficiali dei tribunali.
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